l'affetività
La parola 'affetto' è legata alla 'capacità reattiva' dell'uomo, che si
afferma, nella sua dimensione di pulsione, come fondamento ontologico
radicato nella stessa corporeità umana. Se l'affetto è, allora, la
dimensione più radicale (nel senso di posta alla radice) dell'essere
umano, esso si manifesta già a livello biologico, presente com'è nella
stessa tripartizione del cervello, con riferimento al suo substrato più
antico (la porzione rettiliana del cervello, emotiva e reattiva), dove
si organizzano le pulsioni fondamentali, i processi di amore e di odio,
di aggressività e di lotta, di soddisfazione e di mancanza, per poi
ricostruirsi a un livello più alto e complesso attraverso l'intervento
della dimensione sociale e dei suoi codici culturali. Gli affetti, dal
piano fisiologico, proprio attraverso l'attività cerebrale, si vengono
strutturando secondo pratiche sociali, secondo modelli e regole che ne
ridefiniscono i confini, ne mutano le interpretazioni, li esaltano o li
censurano.
L’affettività è un aspetto delle funzioni psichiche, che definisce lo spettro di sentimenti ed emozioni negative come ad esempio frustrazione, rabbia, ecc… e positive come ad esempio gioia, serenità, ecc.. dell’uomo in risposta all’ambiente in cui vive e alle relazioni sociali che ogni singolo individuo ha in particolare di quelle familiari e amicali.
L’affettività
può essere definita inoltre come la capacità di rispondere con
modificazioni soggettive emotive ad eventi della realtà esterna ed
interna; la caratteristica qualità di sperimentare interiormente
particolari coloriti soggettivi di processi psichici.
• sentimenti: sono delle componenti molto importanti dell’affettività e sono più duraturi e stabili nel tempo;
• umore: sono per lo più uno stato affettivo basale, che risulta essere influenzato dal temperamento abituale adottato dalla persona interessata.
• Allegria – Euforia – Mania;
• Tristezza – Malinconia – Depressione;
• Ansia.
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