Le emozioni
Parlare di emozioni significa trattare un argomento vastissimo, il cui studio è avvenuto solo in anni relativamente recenti. Infatti, sebbene da sempre pervadano la nostra vita quotidiana e ricoprano una straordinaria importanza nell’ambito dei processi psicologici, fu solo Darwin, dopo la metà dell’ottocento, a scrivere delle espressioni emotive. Le sue osservazioni puntualizzavano la somiglianza tra esseri umani e animali e l’universalità di alcune di esse. Il fulcro della teoria evoluzionistica considera le emozioni dei processi adattivi che permettono di valutare il pericolo (o altre situazioni), di agire, di comunicare con i conspecifici e di adattarsi all’ambiente nel modo migliore possibile. Quindi leemozioni sono fondamental per fornire informazioni e garantire la sopravvivenza dell’individuo, assumendo un valore estremamente positivo.
- rabbia.
- felicità
- tristezza.
- paura.
- disgusto.
- disprezzo.
- sorpresa.
Molto spesso le persone sentono il bisogno di un sostegno psicologico o di una psicoterapia proprio in concomitanza di un disagio emotivo denso e prolungato nel tempo, di cui si sentono estranei il più delle volte, incapaci di trovare un utile motivazione ad uscirne, e potervi far fronte e quindi gestirlo. Una sofferenza emotiva di questo tipo può ostacolare e invalidare il normale svolgimento delle semplici attività quotidiane e far sentire la perdita di energie e fiducia necessarie per potersi riequilibrare e trovare una nuova condizione di benessere psicologico.
Spesso questi stati sono accompagnati da pensieri intrusivi che ci impongono un duro sforzo per cercare di evitarli o renderli innocui, attività che così definita prende il nome di “rimuginio”. Difficile distinguerne la punteggiatura, cioè da cosa scaturisce il tutto: è l’emozione invalidante a generare il rimuginio o l’attività del pensiero incessante che è fonte di ansia e ulteriore angoscia? Uno sembra causa dell’altro e insieme, in maniera sinergica, sembrano attivare ulteriore sofferenza psichica. I comportamenti che ne conseguono possono essere coerenti con l’emozione vissuta, ma di certo disfunzionali al proseguimento normale della vita dell’individuo.
Da una parte le emozioni con la loro intensità e densità, dall’altro una mente in grado accoglierle, contenerle, vivono in incessante legame tra loro e ci costringono ad una continua riorganizzazione e assestamento. Esistono condizioni che però possono ostacolare questo flusso e determinare un accrescimento dell’intensità o della durata dello stato emozionale.
Siamo portati a pensare che siano gli eventi esterni a determinare questo squilibrio. In realtà il nostro modo di predisporci ad un determinato evento, il modo particolare e unico di tradurlo, di elaborarlo, possono influenzare l’intensità e la durata dell’emozione, ovvero la qualità dei nostri pensieri.
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